IL LIBRO

IL LIBRO
Della Filosofia e dei Gatti - Sgarbi F. (Mursia)

VIDEO DELLA SETTIMANA

mercoledì 28 gennaio 2009

NAOMI, TIMIDO FOLLETTO


NAOMI, FOLLETTO DA ADOTTARE
Se non vi conosce, subito sparisce ...
ma, poco dopo, il suo dolce musino,
dietro a voi, fa capolino...
In gattil mai la vedete,
se rumorosi e troppo audaci siete.
Ma se pazienti aspetterete, i
l suo dolce amor avrete...
Chi è?
E' NAOMI!
Dolcissima - e molto timida - micina di 2 anni, già sterilizzata.
E' veramente buona, ma bisogna entrare in confidenza.
Venitela a conoscere!
Vi aspettiamo al gattile...l'adozione è GRATUITA!
Chi le volesse adottare o volesse informazioni, puo'
telefonare allo 0532/753462 o recarsi direttamente al
gattile di Ferrara, Via Gramicia 118 che è aperto TUTTI I GIORNI

lunedì 26 gennaio 2009

LA BUONA NOTIZIA - SIMBA LIBERATO


Una notizia rincuorante.

Il bellissimo SIMBA, leone africano di 5 anni, é stato salvato da un circo dalla societá francese protettrice degli animali e fara` ritorno in Africa.

Consiglio: date un'occhiata el video della liberazione...é fantastico!!!

http://www.spa.asso.fr/

mercoledì 21 gennaio 2009

STRINGO


STRINGO

Son piccin, buono e carino,
me ne sto tra le poltrone,
per una coccola e un bacino
faccio anche capriole.
Al gattile mi han lasciato
ed ora piango disperato.
Ad una zampina avevo male
ma ora miglioro...venite a guardare!
5 mesi è la mia età
e amor da dare ho in quantità,
sono affettuoso ed educato,
sverminato e vaccinato!
Vi aspettiamo al gattile... l'adozione è GRATUITA!Chi le volesse adottare o volesse informazioni, puo' telefonare allo 0532/753462 o recarsi direttamente al gattile di Ferrara, Via Gramicia 118 che è aperto TUTTI I GIORNI

martedì 20 gennaio 2009

LA BUONA NOTIZIA


LA CASA DEI GATTI

Una notizia che fa tenerezza...leggete qui sotto, se ne avete voglia...

Si tratta di una battaglia vinta dai gatti...



"Dopo cinque anni di battaglie legali, Ava Gardner, Spencer Tracy, e gli altri 60 discendenti di Snowball, il fedelissimo gatto dello scrittore scomparso quasi mezzo secolo fa, potranno rimanere nella loro casa di Key West, in Florida. Non è certo un rifugio qualsiasi quello dell’esercito di felini, visto che si tratta dell’Ernest Hemingway Home & Museum, la casa coloniale dove lo scrittore visse con la seconda moglie Pauline, e che dopo la sua morte, nel 1961, è divenuta un museo a lui dedicato. E’ lì che concepì capolavori come «Addio alle armi» o «Avere e non avere».Sin dall’apertura, nel 1964, i gatti sono considerati un’attrazione e sono divenuti parte integrante della storia del museo. Quando si varca la soglia del 907 di Whitehead Street, ci si sente osservati, ma non dai visitatori o dai solerti custodi, bensì dagli occhi di decine di gatti che scrutano i turisti mentre acquistano il biglietto. A rendere i felini ancor più particolari è il fatto che la maggior parte sia dotata di zampe a sei dita. Snowball, il gatto regalato allo scrittore da un capitano della marina alla fine degli anni Trenta, era appunto polidattile, aveva cioè sei dita nelle zampe anteriori, un tratto distintivo che sarebbe passato in eredità a metà dei discendenti.I nomi altisonanti sono stati invece dati dai gestori del museo: ci sono Pablo Picasso, Simone De Beauvoir e Mark Twain. E in loro onore, il negozio di souvenir del museo non si limita a vendere libri ma t-shirt, foto e cataloghi ispirati ai felini. Tuttavia la permanenza nella casa di Key West rischiava di finire, in seguito alla battaglia legale avviata dal dipartimento dell’Agricoltura nei confronti del museo. La legge della Florida impone infatti che non si possano tenere più di quattro animali domestici in una casa, e secondo le autorità federali i felini dovevano essere trasferiti altrove per tutelarne la loro stessa sopravvivenza.Dal 2003 al 2007, le trattative tra il dipartimento e i responsabili del museo hanno portato a un nulla di fatto, sino a quando circa un anno fa Michael Morawski, direttore della struttura, ha convinto i funzionari a ricorrere alla consulenza di un esperto indipendente. Del caso se ne è occupato la dottoressa Terry Curtis della scuola di Veterinaria dell’Università della Florida che indicò come i gatti a sei dita «godevano di ottima salute, erano ben curati e sembravano a proprio agio in quell’ambiente». Il trasferimento, l’affidamento, ad altre famiglie o a un gattile avrebbe rischiato di procurare loro un trauma e così ha consigliato di creare una recinzione all’interno della stesso museo dove farli vivere.La proposta ha ottenuto il via libera delle autorità. «Siamo soddisfatti - spiega Morawski - Abbiamo trovato una soluzione che garantisce la salute e il benessere dei nostri felini e allo stesso tempo preserva il patrimonio storico del museo». La battaglia legale durata quasi cinque anni è costata al museo oltre 250 mila dollari tra avvocati e spese legali. «Ne è valsa la pena - prosegue Morawski - i gatti sono parte del nostro patrimonio e l’obiettivo era tenerli con noi. Siamo soddisfatti e lo sarebbe anche Hemingway»."

Da La Zampa.it

lunedì 19 gennaio 2009

MAGDA LA GATTA


MAGDA DA ADOTTARE

Salve a tutti, mi presento,
del gattil sono il portento.
Assai simpatica e carina,
delle fusa la regina.
Cerco famiglia e dolcezze,
tante coccole e carezze.
Non ne perdo neanche una,
le rincorro, addirittura.
Solo un anno, sterillizzata,dolce, allegra e vaccinata.
In gattil sono piombata
e per questo segnalata,
sul giornale del mattino...su dai, ad adottarmi...fai un pensierino!
Allor ti aspetto, vienmi a pigliare,
di MAGDA devi domandare!!!

domenica 18 gennaio 2009

LOLO' E FIAMMA




LA DOLCE LOLO E LA COCCOLONA FIAMMA DA ADOTTARE
Lolo....1 o 2 anni circa solamente, carina, affettuosissima, tanto affettoda dare, lasciata quasi moribonda sulla strada.Eccovi, in breve, una storia finita, per fortuna, bene e che VOI potrestefar finire anche meglio.LOLO la vedete sdraiata nella foto: tigrata in grigio con gli occhioniverdi, vispi che traspaiono tutta la sua voglia di vita. E' già stata sterilizzata e, dopo l'intervento alla zampetta - a causadell'incidente - zoppica leggermente. Dopo tanti giorni di gabbia vorrebbeuna vera casa ....E' buona a adora le coccole.L'altra micia, invece, si chiama FIAMMA.E' stata battezzata così perchè solo la sua voglia di vivere, la sua"fiamma" personale crediamo le abbia consentito di reagire.E' stata abbandonata con i suoi cuccioli, in uno stato terribile, con unocchio rovinato.E' incredibile come la sua tenacia l'abbia salvata...forse l'amore materno ochissà.C'è qualcuno che vuole accanto a se questa micia meravigliosa e dolcissima?

mercoledì 14 gennaio 2009

DANILO


DANILO, DOLCE DA ADOTTARE
Mi han trovato abbandonato,in Via Ravenna, disperato.Al gattil sono arrivato, e DANILO battezzato.Ricco son di qualità, ve le elenco, ecco qua:sono dolce ed affettuoso,amichevole e serioso,elegante e assai slanciato,un portento un pò tigrato.La castrazion - ahimé - già fatta e il vaccin é lì che scatta.Qui NON VOGLIO più restare,su: VENITEMI, VI PREGO, AD ADOTTARE!!!!!!!!!!!!!!!L'adozione é GRATUITA.Per informazioni, telefonare allo 0532/753462 o recarsi direttamente algattile di Ferrara, Via Gramicia 118 che è aperto TUTTI I GIORNI

giovedì 8 gennaio 2009

LA BUONA NOTIZIA - NUOVA VITA PER I GATTI DA LABORATORIO


"VITA SACRA EST"



Buona davvero, questa notizia.

Anzi, direi dolce come il miele.

L'associazione Vita da topi aveva creato, tempo fa, un coraggioso e avanguardistico progetto: l'adozione per i gatti e altri animali da laboratorio (conigli, criceti, tartarughe, etc.).

Tale progetto è, ormai, chiuso, ma è confluito in un ancor più grande e straodinaria iniziativa - l' I-CARE - che vuole sostenere e promuovere concrete azioni anti-vivisezioni.

Questa iniziativa si rivolge a diversi potenziali destinatari: associazioni, università, ma anche privati.

Date un'occhiata! Potrebbe essere interessante erigersi a protagonisti di un'azione così preziosa.


mercoledì 7 gennaio 2009

LA BUONA NOTIZIA - NASCE IL GATTOPARCO


Bravi, davvero!


I volontari dell'associazione S.O.S. Angels di Parma, che nasceva come gattile e si è trasformata, man mano, in un'oasi interetnica - anche se la definirei, piuttosto, intespeciale visto che favorisce la convivenza tra diverse specie! - sta creando un GATTOPARCO!!!


I gattofili non possono non documentarsi circa questa iniziativa...


Se vi va, leggete più sotto cosa ne ha scritto il Tg2 e, magari, consultate il sito http://www.sosangels.it/...


"Benvenuti all'Oasi Angels, la prima comunità interetnica per animali!"...Riuscite a immaginare un posto dove i cani dormono assieme alle galline, dove una maialina vi fa le feste, un montone si é innamorato di un pony e persino i gatti fanno amicizia con i topi? Questo paradiso terrestre esiste davvero: é a Parma, si chiama Oasi Angels ed é un caso probabilmente unico in Italia. Lo hanno creato otto anni fa un gruppo di volontari animalisti parmensi, gli S.O.S Angels.Nato originariamente come gattile, l'Oasi ha iniziato a raccogliere animali usciti da ogni sorta di sevizie o che semplicemente e per motivi più diversi, non potevano continuare a vivere con i loro padroni.Il problema era che i nuovi ospiti appartenevano alle più diverse specie animali e vista l'impossibilità pratica di farli vivere separati, si prese una decisione che a molti sembrò una vera follia: creare la prima comunità interetnica per animali..." Servizio trasmesso da RAI 2 - Costume e Società

CONTE BENVENUTO PELLEGRINO...OVVERO L'ASSURDITA' DELLA GABBIA


10 anni d'età più o meno - E' stato trovato disidratato e affamato in campagna. La struttura fisica evidenzia che si tratta di uno di quei gatti utilizzati come riproduttori in alcuni allevamenti. Obbligato a stare sempre in gabbia, le zampe si erano quasi deformate...ECCO LA GRANDIOSITA' DELL'UOMO...OVVERO AVERE UN CERVELLO E USARLO SOLO PER NON FAR RISUONARE A VUOTO LA SCATOLA CRANICA!

martedì 6 gennaio 2009

LA BUONA NOTIZIA - I GATTI NERI NON PORTANO SFORTUNA


L’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) ha proposto il "Gatto nero day", una giornata a difesa della dignità del gatto nero.

Tanto di cappello... sapete perché?

Perché i gatti non portano sfortuna: è dimostrato! ...Dalla cultura!

Se ci fate caso, infatti, la diceria prevede che il gatto nero debba attraversare la strada che state percorrendo...ebbene, tutto ha un'origine assolutamente ed esclusivamente storica!

I mici di colore nero, infatti, non essendo facilmente visibili nell'oscurità, facevano imbizzarrire, nel lontano medioevo, i cavalli, provocando la caduta dei cavalieri.

Da qui, l’idea che portino sfortuna quando ci attraversano la strada.
In realtà gli unici a rischiare sono i mici, che facilmente possono finire sotto le ruote di qualche automobilista poco attento.

Vi pare possibile - veramente possibile - che una micina come Margherita, che vedete nella foto, porti sfortuna??????


Occhio alla suggestione...!

IL GATTO...OTTIMO AMICO DELL'UOMO


Vi sarà capitato di confrontarvi, durante una conversazione, con la domanda: è meglio il cane o il gatto?

Di regola, viene detto che è il cane il miglior amico dell'uomo...

Potremo disputare a lungo sulla questione...intanto, vi sottopongo alcune simpatiche - non so se vere - considerazioni che ho letto in proposito...

"Il gatto, uno dei migliori amici dell'uomo.

Dolce ma riservato, intelligente ma non obbediente, autonomo ma bisognoso di cure e di affetto, ama la casa ma anche stare fuori. Domestico ma anche selvatico. Forse per questo spesso non lo capiamo, così continuano a girare sul piccolo felino, dicerie e luoghi comuni che non hanno fondamento scientifico, ecco perché...

Si affeziona solo alla casa e non al padrone, è opportunista, non si fa mai male perché casca sempre in piedi, non obbedisce quindi non è intelligente e qualche volta porta pure sfortuna. A chi non è mai capitato di sentir parlare in questo modo dei gatti! Eppure secondo alcune stime (fatte sulla vendita di cibo e accessori) in Italia ci sarebbe una popolazione di 7 milioni e mezzo di gatti “casalinghi”, quasi quanti sono i cani che vivono in casa. Anche se è molto difficile avere dei dati precisi, poiché non esiste una vera “anagrafe” dei gatti. È infatti una specie che si sta addomesticando proprio in questi decenni - un periodo brevissimo nei tempi lunghi dell’evoluzione - e che mantiene alcune caratteristiche dell’animale quasi selvatico, libero. E nonostante la “massiccia” presenza in famiglie e cortili, il gatto è ancora poco conosciuto e, quel che è peggio, su di lui sopravvivono ancora dicerie e luoghi comuni tutti sbagliati...


È solitario - Il gatto, Felis catus, viene definito un animale solitario dagli etologi, gli studiosi del comportamento animale. Questo significa che per sopravvivere non ha bisogno di stare in società, cioè in un gruppo organizzato. Insomma, il gatto selvatico (parente stretto del nostro micio di casa) caccia e vive da solo. A parte il momento dell’accoppiamento. Ma questo, anche in natura, vale soprattutto per i maschi, perché la gatta ha invece dei lunghi periodi di socialità: quali la nascita, l’allevamento e l’educazione dei piccoli. I gatti che abitano in città invece, maschi e
femmine, vivono in colonie e tra loro hanno rapporti diversificati di amicizia, indifferenza, antipatia, proprio come avviene tra gli esseri umani. Le gatte, inoltre, allevano e custodiscono insieme i loro piccoli, in una sorta di asilo nido. Il gatto ha, quindi, bisogno di socialità, di rapporti e di affetto. Per questo se ne parla come di un animale di tipo “relazionale” (ossia bisognoso di rapportarsi agli altri). Ci sono, naturalmente, differenze anche tra loro: esistono gatti più o meno estroversi e più o meno interessati ai propri simili e agli esseri umani. Un po’ dipende dall’ "indole", ma molto deriva dalle esperienze che hanno fatto nei primi tempi di vita. In particolare, i primi due mesi sono fondamentali, ma in realtà il gatto impara fin dal primo anno di vita, quando diventa “maggiorenne”, un giovane adulto. Se in questa fase ha avuto delle buone esperienze, sarà più disponibile a situazioni nuove. Viceversa sarà più “scontroso” e timoroso. Ma ci sono anche differenze tra gli esseri umani: alcune persone sono più capaci di relazionarsi ai gatti. Non dimentichiamo che è sempre un rapporto a due.


È un opportunista - Si affeziona alla casa e non al padrone. Questo poteva essere vero quando i gatti venivano impiegati come cacciatori di topi, senza instaurare con essi un legame affettivo. Una volta, come succede ancora in campagna, i gatti vivevano “per i fatti loro”, tornavano a casa di tanto in tanto e occasionalmente venivano nutriti dai proprietari. In questa situazione, il gatto conosceva bene il territorio, l’habitat in cui riusciva a trovare le risorse per sopravvivere, e ovviamente a questo si legava. Ma c’è di più, all’idea che il gatto sia opportunista e affezionato solo alla casa, perché lì trova cibo e riparo, hanno contribuito anche gli studi dell’entomologo francese Jean Henri Fabre (1823 – 1915). Nonostante fosse soprattutto uno studioso di insetti, nei suoi libri ha parlato anche di gatti. In alcuni suoi esperimenti – che oggi sarebbero considerati maltrattamenti - portava un gatto lontano da casa, in un’altra abitazione, oppure in mezzo a un bosco. Poi per fargli perdere l’orientamento, lo metteva in un sacco che faceva roteare. E, ogni volta i gatti riuscivano a tornare a casa loro. Ma non certo dal proprietario, secondo qualcuno. In realtà, se il gatto è amato e ben trattato, si affeziona tantissimo al suo proprietario e affronta con lui anche viaggi e traslochi (non infilato in un sacco!).
Non è rinomato per essere unanimale "obbediente" ma con un po' di pazienza e di tempo si puòinsegnare anche ai gatti arispondere ad alcuni "comandi"
Non obbedisce Certo non si può dire al gatto: “Vai a prendere la pallina” sperando che lo faccia. Come si è detto, in natura il gatto non vive in un gruppo gerarchicamente strutturato, dunque, come specie, non è abituato ad avere dei capi a cui obbedire. Ma questo non significa che non possa imparare a rispondere ad alcune esortazioni. Il “trucco” sta nella relazione, nel dialogo che si è creato con il padrone, nella comprensione reciproca. Per esempio, tutti i gatti capiscono il proprio nome. E, se c’è una buona relazione, dire “Vieni micio, andiamo in camera” diventa un suggerimento a cui il gatto risponde positivamente. Anche suggerirgli “Dai, micio, bravo, scendi di lì”, può ottenere un risultato, mentre non bisogna mai urlargli “Bestiaccia, viene giù”. Può anche obbedire al richiamo “Pss pss, mmcc mmccc”, ma se non lo si chiama continuamente e senza motivo. Un altro “comando” importante è “Attento!”, da usare nelle situazioni di pericolo.


Si cura da solo - Che fosse capace di autocurarsi forse era vero fino a 40-50 anni fa, nel senso che non c’erano altre possibilità e il gatto o si “curava da solo” o moriva. Ma negli ultimi dieci anni la medicina veterinaria ha fatto passi da gigante, in particolare nei riguardi dei piccoli felini di casa. Ora esistono strumenti diagnostici, farmaci, operazioni chirurgiche, integratori alimentari, per risolvere moltissimi problemi di salute. Anche molte patologie una volta imputate alla vecchiaia sono curabili (il che non significa guaribili).


Cade sempre in piedi e non si fa male - Il gatto è un carnivoro predatore molto efficiente, ma anche lui ha dei limiti. È vero che quando precipita dall’alto ha la tendenza a riequilibrarsi in modo da cadere sulle quattro zampe, anche grazie alla coda che funziona da “timone”, ma purtroppo questa abilità non sempre è sufficiente a evitare cadute rovinose e conseguenti traumi. Curiosi e audaci spesso cadono da balconi e finestre. E, se atterrano su superfici dure, come sul cemento, si possono far male, anche molto, per esempio si possono fratturare le ossa (gambe, bacino). Bisogna dunque recuperarli - di solito si spaventano e si nascondono - e portarli dal veterinario per curarli. Molta attenzione bisogna fare quando sono piccoli, se cadono da una balcone o da una finestra è difficile che riescano a sopravvivere.
Curiosissimi i gatti spesso si cacciano nei guai. Ma non è vero che non si fanno mai male.


Fa le fusa quando è contento - Il gatto fa le fusa per comunicare uno stato di benessere, di soddisfazione, è vero. Si tratta di un comportamento precocissimo, i micini già da neonati con le fusa dicono alla madre di stare bene, e la gatta contraccambia, in un concerto di “ron ron”. Questo sistema di comunicazione infantile permane per tutta la vita, il gatto quando è contento fa le fusa, che non sono sempre uguali, hanno sfumature e vibrazioni diverse a seconda degli individui e delle situazioni. Tuttavia non sono sempre segno di contentezza. In momenti tragici, di forte sofferenza o persino prima di morire, il gatto fa le fusa. Come per consolarsi, per attenuare il dolore e rilassarsi. Gli amanti dei gatti e gli studiosi ipotizzano che alle fusa sia collegato un rilascio di endorfine, molecole organiche che producono una sensazione di benessere. Una sorta di antidolorifico naturale. Che comunque non esclude assolutamente l’uso di farmaci contro il dolore, prescritti dal veterinario. Il gatto panettiere Molti gatti “fanno la pasta” sul padrone o sui suoi maglioni. Premono e stantuffano ritmicamente con le zampine anteriori, anche quando pesano otto chili e le zampe sono diventate enormi e piene di unghie. Più raramente, alcuni, nello stesso tempo, succhiano la lana indossata dal proprietario o il suo lobo auricolare come se fosse un capezzolo. È un comportamento che arriva dalla prima infanzia, il micino fa questo gesto sulle mammelle della madre per sollecitare l’arrivo del latte. Spesso sono i gatti tolti troppo precocemente dalla madre ad avere questo atteggiamento, ma non è così automatico. Ci sono anche gatti che hanno avuto un rapporto normale ed equilibrato con la madre ma continuano a “impastare” tutta la vita.


I gatti preferiscono le donne (e viceversa) - Per il gatto, il rapporto fondamentale è quello con la madre. Si potrebbe dire che questo è valido per tutti i mammiferi. Ma i gatti, nel seguito della loro vita, non avranno un branco organizzato con le sue regole e non andranno a scuola. È dalla madre che ricevono cibo, affetto ed educazione. È la gatta che insegna come comportarsi, come cacciare, cosa mangiare e chi considerare amico. Insomma, i micini apprendono dalla madre quelle che saranno poi le loro “tradizioni culturali”. E a questo rapporto primario, torna il gatto quando chiede qualcosa agli umani. Torna ad essere il bambino che fa le richieste alla mamma, un cucciolo affamato che chiede cibo e affetto (e le due cose non sono poi così diverse) e a questo richiamo è molto più facile che risponda una femmina piuttosto che un maschio. Dall'altra parte abbiamo la donna, indiscutibilmente sensibile ai richiami infantili, alla richiesta di cibo e di accudimento. Ed ecco che le due esigenze si incontrano: un eterno bambino che chiede, anche se pesa otto chili ed ha la forza di una tigre e una "mamma" pronta a nutrire e accudire. "


da Focus- Dicembre 2007


Che ne dite???
Nell'immagine Samson, M. Robertson

PAROLA DEL GATTO FILIPPO


PAROLA DEL GATTO FILIPPO: "ADOTTATEMI, NON CE LA FACCIO PIU'"
Signore e Signori, buongiorno.
Un attimo di attenzione, per cortesia.
Mi chiamo FILIPPO, ho un anno e da un po' vivo in gattile.NON MI PIACE PER NIENTE questa situazione e sono proprio sprecato!
Diciamocelo: sono bello, intelligente, intraprendente, simpatico e socievole.
Vi chiederete, forse, perchè sono ancora in gattile nonostante tutte queste qualità.
Ebbene, ho un certo caratterino: voglio essere l'unica star della casa e non vado d'accordo con i miei simili.
Solo e soltanto io per le vostre coccole.
Ora, comincio, veramente, a stare male qui...VENITEMI A PRENDEREEEEEEE!
Vi aspetto e, mi raccomando...mi chiamo FILIPPO!
P.S. Mi hanno già fatto l'operazione e la vaccinazione.

IL GATTO STEVE


Pur abitando a Parigi, tramite internet riesco ad avere, in tempo reale, eventuali aggiornamenti circa i nuovi "arrivati" del gattile italiano in cui facevo volontariato prima di trasferirmi all'estero.
Per ciascuno dei mici, scrivo un articolo che, poi, invio alle testate (edizione locale).

Così facendo, riesco a far sì che tutti i mici vengano conosciuti, nella speranza di un'adozione.

Troverete, man mano, le diverse storie degli ospiti

Talvolta le scrivo in rima, talvolta in prosa...dipende dalle necessità e circostanze.

Se siete interessati o anche se avete semplici curiosità a riguardo, contattatemi pure...sarò lieta di rispondervi!

Oggi, ecco la storia di STEVE

STEVE DA ADOTTARE
Ecco qui, ben mi vedete...
Son carino, dolce e mite.
Un tesoro di micino,
sol 2 anni e un cuoricino
buono buono, grande grande
che al gattil molto si offende.
Qui non voglio rimanere,
occhi dolci vorrei vedere,
ma nessun da qui mi prende
perchè il male che mi offende
tutti credon definitivo.
Ma son solo FIV positivo.
Che tradotto, per far capire,
vuol dir che non sono grave né da morire.
Per il resto tutto faccio:
vado e vivo come un gatto.
Per più saper e valutare
al gattil si può domandare.
Su dai venitemi a trovare,
di STEVE dovete domandare.
Allor vi aspetto quanto prima...
che far di più? L'ho chiesto in rima!

IL PRIMO GATTO DELLA STORIA...ERA FEMMINA


IL PRIMO GATTO DELLA STORIA....ERA FEMMINA


Il primo gatto osannato e venerato lo troviamo al tempo degli Egizi.
Furono loro a cogliere - e sfruttare - le diverse abilità del felino, nonchè i primi a tentarne l'addomesticamento.
D'altronde, come non volersi conquistare la preziosa amicizia di un animale che è intelligente, acuto e capace di proteggere casa e granaio da topi, ratti e serpenti...?

Per questa sua valenza così ricca e positiva, il gatto ascese al livello più alto di venerazione...

E si ritenne fosse la reincarnazione di una divinità...femminile!

La DEA BASTET.

Dea dell’armonia, del piacere, della danza e del canto, ma, nel contempo, sempre vigile e, per questo, nota come « l’occhio sacro che sempre guarda » o « utchat » da cui deriva, probabilmente, la parola gatto.

Di notte, infatti, assumeva le sembianze del felino e, con la sua vista prodigiosa, proteggeva il padre Ra - dio del Sole - dal suo peggior nemico, Apep il serpente, assicurando raccolti abbondanti.

Per questo, successivamente, divenne anche la dea della fertilità.
La sede originaria del culto dedicatole era la città di Per Bastet - città dei gatti - dove fu eretto un tempio ospitante diversi gatti, in bronzo e in carne e ossa. Quando i gatti morivano venivano mummificati e sepolti nel tempio: molti ritrovamenti lo confermano.
Il culto, celebrato il 31 ottobre e severamente vietato ai bambini, prevedeva , musiche, danze, copiose bevute e riti sensuali.

Gli egizi divennero talmente devoti alla dea Bastet ed ai gatti che l'uccidere o il ferire furono designati come crimini gravissimi punibili con la pena capitale.
Promulgarono anche leggi per impedire l’esportazione dei felini, anche se i mercanti fenici riuscirono a contrabbandarne alcuni nei paesi del Mediterraneo e, oggi, si ritiene che i nostri soriani ne siano i discendenti diretti.
Il primo gatto venerato fu, dunque, venerato come reincarnazione di una divinità - femmina! - che invitava ad apprezzare il piacere, l'armonia, la bellezza rigogliosa, la piacevole compagnia, ma che, nel contempo, rifiutava di essere a disposizione di qualcuno.
Impossibile descrivere meglio l'essenza felina...!